MEDITERRANEO IN PERICOLO?

DAI RELITTI DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE UNA MINACCIA ATTUALE

La Seconda Guerra Mondiale è un triste episodio della nostra storia che appare relegato in remoto passato, eppure spesso echi di quegli eventi tornano incredibilmente di attualità.Il mediterraneo è stato un aspro teatro dello scontro tra le forze dell’Asse e gli Alleati, e ciò che lo testimonia in maniera drammatica sono i relitti delle navi affondate.

La rotta verso il nord africa, era di vitale importanza, sia per la necessità della Regia Marina di rifornire le truppe italiane e tedesche fronteggiate dall’8a armata britannica che per la Royal Navy al fine di assicurare i rifornimenti vitali alle basi di Malta ed Alessandria d’Egitto.

Questo ha determinato un flusso continuo di naviglio mercantile e delle navi di scorta in quella che tra il Giugno del 1940 al Maggio del 1945 passerà alla storia come la Battaglia del Mediterraneo, dove in continui scontri nel tentativo di interrompere le catene di rifornimento avversaria, sono state affondate da attacchi navali ed aerei centinaia di unità.

Un SM 79 italiano in volo sul Mediterraneo

UNA TOSSICA EREDITA’

Ora, a distanza di 70 anni, potremmo doverci trovare di fronte ad una nuova minaccia, questa volta di carattere ambientale.Il numero delle navi affondate durante le operazioni militari, ammonta a circa 360, molte delle quali erano cariche di carburante o, peggio, di prodotti chimici altamente aggressivi, come l’iprite, l’arsina e il fosgene, che nel 1935, nella Campagna d’Etiopia, sono stati utilizzati dalle forze italiane in ordigni di 280 kg sganciati da aerei, in aperta violazione dei trattati internazionali.

UN CASO EMBLEMATICO: IL BOMBARDAMENTO DI BARI DEL ’43

Nonostante durante la seconda guerra mondiale, nessun esercito utilizzò armi chimiche sui campi di battaglia, entrambi gli schieramenti ne erano dotati, lo testimonia la strage avvenuta il 2 Dicembre del 1943 a Bari, in seguito ad un bombardamento tedesco che colpì la John Harvey, un mercantile di classe Liberty, carico di 100 tonnellate di munizioni all’iprite. La fortuna volle che il vento soffiasse in direzione del mare, e a pagarne le spese furono i numerosi portuali e i marinai presenti risparmiando però la città anche se per anni gli ordigni inesplosi, hanno continuato a creare pericolosi problemi di salute ai pescatori della zona.

Bombardamento di Bari

I composti chimici non sono l’unico pericolo da affrontare, il carburante presente nei serbatoi e nelle cisterne, potrebbe essere rilasciato nei prossimi 5-10 anni a causa della corrosione delle lamiere, e già in alcune parti del Mondo, sono registrati affioramenti.

Corazzata ROMA colpita da un bombardamento tedesco

La quantità di carburante immagazzinato è molto difficile da quantificare, gran parte potrebbe essere già stata rilasciata all’epoca  durante l’affondamento o bruciato in seguito ad incendi, ma dalle ricerche di  Trevor Gilbert dell’Australian Maritime Safety Authority e Dagmar Etkin dell’Enviromental Research Consulting di New York, che in una ricerca del 2010 hanno stimato in circa 8.500  le navi affondate nel Mondo delle quali circa 1500 petroliere, la quantità   potrebbe oscillare  tra i 2,5 e i 20 milioni di tonnellate, che nella stima più prudente, equivalgono al doppio della fuoriuscita dovuta  disastro della piattaforma della BP Deepwater Horizon nel Golfo del Messico e circa 20 volte la perdita della Exxon Valdez.

Da allora, nulla è stato fatto per progettare opere di bonifica in Mediterraneo, in quanto ripulire un serbatoio alle profondità dove mediamente gran parte dei relitti giacciono, comporta costi elevatissimi, da 2.550 a 17.000 dollari a tonnellata, per esempio nel 2001, bonificare i serbatoi della Jacon Luckenbach, un cargo affondato nel 1953 al largo di San Francisco che nel 2001 aveva cominciato a perdere carburante provocando gravi danni all’ecosistema costiero,  è costato 19 milioni di dollari.

Purtroppo si tratta di una bomba ad orologeria pronta ad esplodere e molto difficile da disinnescare.

Mappa dei relitti di navi nel Mondo

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